rischio TEV

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Ruolo delle infezioni nel contribuire al rischio tromboembolico: dagli studi clinici agli score

Tra le infezioni che maggiormente si sono dimostrate associate a TEV in ambito ospedaliero, con incidenza aumentata di almeno circa cinque volte, anche dopo correzione per fattori di rischio confondenti, vi sono quelle delle vie aeree, del tratto urinario, della cute, degli organi addominali e sepsi.

Profilassi del TEV nel paziente ad alto rischio emorragico

Video-intervista del Dott. Angelo Porfidia, Dirigente Medico specialista in Medicina interna presso Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS (Roma) che ci illustra come nel paziente a rischio TEV vada inoltre valutato il rischio emorragico al fine di adottare l’adeguata profilassi del TEV, sia nel paziente ospedaliero che non.

La prevenzione primaria del tromboembolismo venoso nel paziente oncologico ambulatoriale

Il tromboembolismo venoso (TEV) è una complicanza frequente nei pazienti oncologici, per i quali rappresenta la seconda concausa di morte. La valutazione di un eventuale trattamento profilattico e di quale tipo di trattamento deve essere fatta sulla base di una serie di fattori sia individuali che patologia. In supporto, esistono modelli clinici predittivi del rischio tromboembolico che permettono di valutare uno score di rischio. Inoltre, le indicazioni dettate dalle linee guida, trattate in questo articolo, aiutano il clinico nella scelta della terapia più appropriata tra quelle attualmente disponibili. Va sempre tenuto conto che la condizione clinica e l’iter terapeutico dei pazienti oncologici possono variare in tempi relativamente brevi, richiedendo quindi un’opportuna rivalutazione qualora si presentassero modifiche sostanziali della terapia oncologica e/o del profilo di rischio trombotico ed emorragico